Animali fantastici che si rivelano di notte!
Passeggiando nel folklore bretone, ci imbattiamo in animali domestici che iniziano a parlare. Spesso questo dono arriva solo alla vigilia di Natale o in occasioni speciali. Le loro parole possono anche essere strazianti quando annunciano morti imminenti, e alcuni sanno persino chi sarà l’Ankou del nuovo anno… Fortunatamente, rivelano a chiunque possa ascoltarli come scoprire tesori nascosti. Hanno anche altri talenti, il più apprezzato dei quali è sputare oro, e non dalla bocca, come l’asino di Peau d’Âne o la capra rossa di Ardenne.
C’è poi la grande schiera dei cani notturni e delle giumente, animali neri o grigi. Spesso diabolici, sono, come il ki-du (cane nero) dagli occhi rossi, guardiani di luoghi infernali, spesso paludi, in particolare quelle dei Monts d’Arrée. I cavali scuri o pallidi conducono all’inferno gli incauti che osano cavalcarli: la loro cuginanza con il Pooka scozzese, il cavallo Gauvin del Jura, il cavallo Mallet della Vandea, ecc. è chiaramente visibile. Non dimentichiamo che la parola inglese per cavalla notturna è night-mare, una parola la cui traduzione comune è incubo…
La Belle Jeannette di Brocéliande
A Brocéliande, come altrove, tutto può accadere quando la terra perde la luce. Al crepuscolo compaiono terrificanti ibridi e La Belle Jeannette è la prima a mostrare il suo volto: è un muso, un becco, una bocca? I testimoni delle sue apparizioni sono vaghi e confusi. Ciò è tanto più comprensibile quando si sa che, per punirli di non averlo salutato in tempo e con il massimo rispetto, l’uccello-lupo-becco-pesce li ha portati via e li ha gettati in lontananza, privandoli della loro memoria. Non fatale, ma comunque sfortunato.
Isole e il toro blu
Ma la notte della foresta ospita anche le anime di bestie dal cuore grande come il Toro Blu, discendente di divinità onorate qui molto prima del cristianesimo. In una fattoria di Mauron, questo bellissimo animale, un po’ mago, si prendeva cura della piccola Isole, maltrattata dalla moglie del padre. La nutriva e l’aiutava a vivere. Il giorno in cui Isole capì che il suo amico, ormai troppo vecchio, era condannato (non si parlava ancora di produttività, ma lo spirito c’era), entrambi fuggirono di notte nella foresta. Ma lungo il cammino il toro dovette combattere battaglie così dure che, dopo averle vinte tutte, il possente animale morì all’alba ai margini del bosco. La sua tomba è ancora lì, confusa con la natura, e la sua ombra cammina accanto a quella di Isole nelle notti stellate.
Attenzione alle lavandaie della notte!
Alla luce di ciò che sta per accadere, anche le bestie fantastiche più nocive sembrano una piacevole compagnia: il peggio deve ancora venire. Quando l’oscurità finalmente regna sulle brughiere, i folletti si aggirano per attirare i viaggiatori in terre instabili, dove rischiano di rimanere bloccati… Sulle acque del Rauco, nel profondo della Val sans Retour, le lavandaie della notte stendono i loro sudari sporchi. Guai a chi si avvicina all’acqua di sera, e ancor più a chi dimentica gli avvertimenti. Non parlate con queste donne, non rispondete loro e, se accettate di aiutarle a strizzare la biancheria troppo pesante per le loro braccia emaciate, ricordatevi di girarvi nella loro stessa direzione. Altrimenti, la morte coglierà il povero randagio, che verrà trovato annegato nel torrente, con le braccia spezzate e l’anima perduta.
Fate attenzione a non vendere l’anima al diavolo!
E c’è dell’altro! Prima di tutto. Il diavolo, prigioniero sotto il pulpito della chiesa di Campénéac, è ghiotto di anime di villaggio facili da ingannare. Un diavolo discreto, persino subdolo. Un vecchio pescatore vicino agli stagni di Comper, nelle sere di nebbia, un nobile vecchio soprannominato Dom Guillaume in una brughiera… Nessun Mefisto operistico, nessuna fiamma, forcone, pietra focaia, ghigno sardonico. Solo un demone abbastanza abile da tentare gli uomini, come il giorno in cui prese in consegna gli abitanti di Concoret e si impegnò a non fare altro che renderli felici. Si attaccò a loro, inondandoli di beni materiali, onori e piaceri, e la brava gente scoprì l’egoismo, l’avidità, l’invidia, il desiderio di uccidere per avere più ricchezza, più potere… Il risultato della sua promessa mantenuta fu solo la disgrazia. Molte anime, annerite dai 7 peccati capitali ampiamente praticati, andarono ad arrostire all’inferno.
Per non parlare di fantasmi e spiriti…
Cos’altro ci si può aspettare di notte nella foresta incantata? Fantasmi, spettri, spiriti. Possiamo rabbrividire della loro esistenza, ma sono gentili e innocui, come la dama bianca o i fidanzati di Trécesson.